Social Housing
Progettare un edificio di Social Housing all’interno del tessuto urbano storico di Milano, in Corso di Porta Vigentina, è stata l’occasione per pensare in grande. Legare il tema alla città.
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Al tessuto storico si sovrappone il tema sociale delle relazioni, creando una trasversale porosità degli isolati, una nuova rete di spazi pubblici in cui l’area di progetto acquisisce un ruolo fondamentale di apertura e connessione su una tela più ampia.
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Il piano della città è arricchito di luoghi dello stare e percorsi che prendono forma alle spalle dell’edificio principale che, in continuità con il quadriportico ciquecentesco della Biblioteca Vigentina ed il cortile della Scuola d’Infanzia Comunale, rompe la linea della cortina degli edifici del corso e crea un varco di accesso.
Il sistema delle tre corti porta con sé immagini e scenari nuovi e diversificati:
il cortile della scuola materna è l’anello più intimo in cui i bambini giocano e sperimentano i loro sensi; la corte della Biblioteca diventa il fulcro vivo del sistema, si apre alla città trasformandosi a seconda delle attività in scena;
la corte del Social Housing chiude questo schema offrendosi come piazza della città in cui fermarsi, respirare, bere un caffè e ripartire.
Come una teca, la biblioteca si allarga verso la piazza.
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La sala lettura, più intima e silenziosa trova spazio tra i resti delle cappelle laterali della Chiesa di San Bernardo.
Il passaggio si stringe sfavorendosi come punto di collegamento, l’ingresso del Social Housing scava un angolo dell’edificio, si fa piccolo a creare uno spazio di attesa.
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Tutto in religioso silenzio
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Al primo piano si snoda un appartamento. Un asse est-ovest accoglie le azioni quotidiane e gli spazio per la collettività e dà accesso alle camere.
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Si sale, la pianta si allunga lasciando più spazio alle camere e, tramite un filtro, formando un luogo di incontro e collettività puntuale.
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